BUCHHANDLUNG KALTER KÖNIG
SVEN SACHSALBER
Inaugurazione 22.02.2019, ore 19
A cura di Emanuele Guidi
La mostra “Buchhandlung Kalter König” dell’artista Sven Sachsalber raccoglie un corpo di lavori prodotti negli ultimi anni che si confrontano con il formato del libro mettendo in atto diverse modalità e atteggiamenti.
Attraverso la scrittura e il disegno, l’accumulo e l’appropriazione, la citazione e la violazione, Sachsalber rende pubblica, sotto il nome di una ideale casa editrice, o di una libreria personale, la complessa costellazione di figure che permeano il suo immaginario e la sua formazione, tracciando una linea di continuità tra il paesaggio alpino, dove è nato, con New York, dove ha scelto di vivere.
L’opera “Buchhandlung Kalter König”, che da anche il titolo alla mostra, parte da No Drawing No Cry di Martin Kippenberger, libro postumo in cui l’artista diede le istruzioni di pubblicare tutte le carte da lettera degli hotels “ripulite” dei disegni da lui realizzati e precedentemente raccolti nei due celebri volumi “Hotel-Hotel” e “Hotel-Hotel-Hotel”. Un libro bianco con le sole intestazioni e identità grafiche degli alberghi in cui Kippenberger alloggiò e che Sven Sachsalber ha preso come un invito a disegnare, rendendolo un diario dove mettere in atto un metodico esercizio di esplorazione e auto-analisi portato avanti a sacrificio del valore economico della preziosa edizione. Sachsalber ha prodotto quindi nel suo libro 222 disegni a matita in cui cultura contemporanea, folklore, mondo animale e umano, incontrano gli umori e stati emotivi quotidiani. Un intreccio che inizia dalla riproduzione delle immagini di tradizioni alpine che per anni la galleria Svizzera Bruno Bischofberger ha usato come pubblicità sul retro di copertina di “Artforum”, e continuano con altri simboli e allegorie montane – dalla casa di Giacometti, fino all’acqua San Pellegrino che anche “è imbottigliata nelle Alpi Italiane da cui anche Sachsalber proviene”, come cita la sua biografia.
A fianco alle pagine del libro “Buchhandlung Kalter König”, anche i libri A B BC (2017) e Berg (2015, con Siggi Hofer) in cui emerge la continua ricerca, critica e preoccupazione di Sachsalber con il paesaggio come costruzione culturale e affettiva. Allo stesso tempo, nella raccolta dei tre libri-opere, ritorna il suo interesse a produrre un corto-circuito pungente e grottesco tra la sua biografia e lo sfruttamento dell’immaginario alpino nelle strategie di marketing, tra cultura alta e cultura popolare.
Se l’artista guarda a Martin Kippenberger lo fa anche nel tentativo di confrontarsi con la propria formazione, eredità e ambizioni personali, andando disegnare un mondo assurdo e tragico allo stesso tempo. Una riflessione che necessariamente investe anche il corpo, spesso visto in competizione con la montagna stessa, e che per forza lo lascia stremato. “Zebracabana” (2018) è una tuta da sci riprodotta dall’artista a partire dall’iconico design della nazionale tedesca di sci: cosa ci fa una zebra sulle montagne innevate?
Sven Sachsalber (1987, Silandro, vive e lavora a New York) ha studiato scultura al Royal College of Art, London. Il suo lavoro è stato presentato tra gli altri a: Bible, NY, Shoot The Lobster, NY; White Columns, NY; Helper, Brooklyn; Performa, NY; Fiorucci Art Trust, Stromboli; Palais de Tokio, Paris, Museion, Bolzano, Limoncello Gallery, London.
Save the date:
il 22 Marzo ar/ge kunst aprirà il progetto “Temporary Lovers” del collettivo Parasite 2.0 andandosi temporaneamente a sovrapporre alla mostra di Sven Sachsalber e a tracciare riflessioni ulteriori su animalità, affettività, paesaggio e comunità attraverso altri modi di sentire e metodologie.
Con il gentile sostegno di:
Barth Interni, Bressanone
Provincia Autonoma di Bolzano, Ripartizione Cultura
Fondazione Cassa di Risparmio
Comune di Bolzano, Ripartizione Cultura
Un ringraziamento speciale per il materiale a Lasa Marmo