YVES NETZHAMMER
Nella sua prima personale in Italia l’artista multimediale svizzero Yves Netzhammer, nato nel 1970 a Schaffhausen, trasforma gli spazi della Galleria Museo in un universo di immagini misteriose e poetiche con disegni a parete e proiezioni di animazioni al computer.
Il punto di partenza dei lavori di Yves Netzhammer sono disegni elaborati al computer che l’artista combina per creare trame curiose che quali prototipi riflettono il mondo in cui viviamo. Sono immagini enigmatiche, cifrate in grado di generare nella mente di ogni singolo osservatore nuovi nessi logici.
Il protagonista dei filmati di Netzhammer è un manichino asessuato senza volto, una figura artificiale e tecnoide che svolge contemporaneamente il ruolo di rappresentazione ideale dell’uomo e di superficie di proiezione per le nostre fantasie.
Nelle sue narrazioni Netzhammer crea degli episodi in cui affronta il tema delle connessioni e delle trasformazioni che intercorrono tra il mondo umano, il mondo degli oggetti e il mondo animale e vegetale. Attraverso tagli narrativi e ottici, interdipendenze e ramificazioni vengono ordinate in successione sequenze di immagini che tematizzano la contiguità tra mondo florido e catastrofi incombenti.
La tematica filosofica e psicologica del confine tra io e l’altro, tra realtà interiore ed esteriore viene tradotta dall’artista in immagini che ricordano le Metamorfosi di Ovidio. I temi principali con i quali l’artista si confronta sono i quesiti fondamentali sulla vita, la malattia, l’amore, la sessualità e la morte.
Dato che Netzhammer non eccede mai nei suoi lavori con effetti teatrali, l’osservatore è posto in condizione di avvicinarsi alle sue storie sottilmente persuasive con la massima disponibilità e permeabilità.
I procedimenti di reperimento delle immagini di Netzhammer ricordano le simulazioni visive nel campo delle scienze naturali impiegate per rendere visibili processi invisibili (ad es. le rappresentazioni astratte di virus in forma di sfere rosse). Gli intrecci di Netzhammer assomigliano a queste disposizioni sperimentali. I fatti narrati ricordano situazioni e contesti reali della vita quotidiana, ma non si possono spiegare secondo le regole della logica. Netzhammer traccia invece delle linee di collegamento subconscie, le sue immagini evocano pensieri e connessioni nella mente dell’osservatore, suscitano emozioni.
Naturale ed artificiale si approssimano, finzione e realtà si compenetrano. L’assenza di tempo, luogo e coordinate di riferimento confonde i confini stabili in un processo nel quale i significati si spostano costantemente.
Il linguaggio visivo di Netzhammer crea paesaggi mentali che nella loro distanza e freddezza si avvicinano in modo ancora più preciso, emozionale e sofferto al nostro mondo.