AUFFÄLLIG. CINQUE POSIZIONI
ALLESWIRDGUT , Gerd Bergmeister, S.O.F.A. Architekten, Scagnol Attia, Ulapiù
Cinque studi d’architettura si sono messi in luce muovendosi “in lungo e in largo” in tutta la regione e partecipando a concorsi e discussioni. Tutti hanno qualcosa a che fare con l’Alto Adige, alcuni se ne sono andati, altri sono tornati, altri ancora sono rimasti altrove e si spostano solo per lavorare a singoli progetti o collaborare con partner di altri paesi.
Tutti lavorano in dimensioni contestuali, dove il contesto non ha solo una connotazione geografica, proseguendo i progetti già avviati in modo intelligente, esigente e responsabile.
Essi sono testimoni di un potenziale che questa terra, avviluppata ormai in un “pensiero ideologico unitario”, potrebbe in realtà avere e di come un’architettura con connotazioni concettuali potrebbe portare a risultati d’eccellente qualità. È sintomatico che, fatta eccezione per un singolo caso, si tratti di progetti pubblici, pressoché l’unica piattaforma che consente ad architetti ambiziosi di trasformare il potenziale stratificato di questa terra in un’architettura coerente, esigente e lontana dalla filosofia delle case a schiera o da altri “polpettoni real-socialistici”.
Sono cinque diversi principi senza alcuna pretesa di perfezione, che sprigionano un fuoco architettonico capace di risvegliare a nuova vita temi di discussione e d’attrito. Non si tratta di un principio antologico e, quindi, consapevolmente imperfetto, poiché lo scopo sarebbe quello di dare origine a principi dialettici destinati allo scenario architettonico altoatesino, strettamente necessari per questa regione.
Il luogo dell’esposizione non è casuale. Dalla sua fondazione, la Galleria Museo AR/GE KUNST si è votata al connubio tra arte e architettura. Non è un caso nemmeno il fatto che durante la mostra i cinque protagonisti abbiano a disposizione una serata ciascuno per esporsi, per liberare l’architettura dall’essenza della sua funzione specifica e di chiarire questi principi collegati e interdisciplinari attraverso un mezzo: quello dell’esposizione architettonica.
Walter Angonese